martedì 27 luglio 2010

Linguaggio verbale, paraverbale, non verbale

Comunicare con gli altri, presentarsi (per come siamo o non siamo), far intendere, mentire, scherzare, litigare, parlare al telefono, stare con parenti, con amici, rapportarsi con il personale di un negozio...
sono tutte azioni che fanno parte del quotidiano e che hanno più sfaccettature: quella delle parole, quella del tono, quella dei gesti, delle espressioni, della posizione del corpo... e tante altre.

Non sempre siamo consapevoli dell'importanza che assume, ad esempio, il linguaggio del corpo quando parliamo con le persone, ma spesso sono proprio i nostri gesti a facilitare o coplicare la comunicazione.
Fondamentale è la coerenza tra quello che diciamo a parole, (linguaggio verbale) il tono (linguaggio paraverbale) che utilizziamo e quello che facciamo intendere con il nostro corpo. (linguaggio non verbale). Facciamo un esempio:
se vedete una persona che ha la fronte crucciata, che sbuffa, che si muove in modo rapido e scattoso e che a denti stretti (o urlando) dice "sono tranquillissimo e rilassato, va tutto bene", potete ben capire che c'è una evidente discordanza tra i vari linguaggi, e certamente il messaggio che voi percepite non è certo "sono tranquillissimo e rilassato, va tutto bene".
Il potere della comunicazione non verbale è maggiore di quello della comunicazione verbale. In una ricerca, oggi considerata un classico, il professor Albert Mehrabian traspose questo confronto in percentuali, affermando che nello scambio comunicativo:
  • solo il 7% è occupato dalla comunicazione verbale;
  • il 38% è occupato dalla comunicazione paraverbale;
  • il 55% è occupato dalla comunicazione non verbale.

1 commento:

  1. Ciao... la comunicazione è un argomento molto affascinante che mi è sempre interesato approfondire... interessante questo blog :)

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