lunedì 30 agosto 2010

La gestualità

I gesti che facciamo, quando siamo in relazione con qualcun'altro, sono legati all'inconscio e sfuggono al nostro controllo consapevole. Anche questi gesti rientrano nella globalità del comportamento di una persona.
Un esempio per tutti: braccia incrociate, gambe accavallate e mani nascoste a pugno indicano un disagio aggressivo trattenuto.
Schiarirsi la gola, tossire, è un gesto di rifiuto, di non ascolto o comunque di fastidio per ciò che l'interlocutore chiede. Lo stesso significato ha la strofinatina al naso oppure il colpetto dato al naso con l'indice. Questo è un gesto tipicamente maschile, mentre le donne possono indicare tale disagio con il pollice sotto il mento e l'indice piegato sulle labbra. L'indice dritto sulle labbra invece può essere interpretato anche come un segnale di riflessione, non solo di rifiuto.
Grattarsi leggermente una parte del viso, ad esempio appena sotto l'orecchio, è anch'esso indice di riflessione su quanto si sta dicendo. Così pure tirarsi l'orecchio, o appoggiare il mento alla mano.
Un atteggiamento enteressato verso l'altro è quello di piegare la testa in avanti verso l'interlocutore.
In generale i gesti possono essere suddivisi in 4 categorie, in base all'uso.

  • Gesti dimostrativi: sono quelli che in qualche modo fanno riferimento ad oggetti collegati simbolicamente con il discorso o con la situazione che si è creata. Ad esempio tenere le mani distese in avanti con il palmo rivolto verso l'alto evoca l'immagine di un vassoio e segnala un atteggiamento interiore di ricettivià ed accoglienza.
  • Segnali di riferimento: si tratta di gesti che sottolineano pronomi personali, di luogo, temporali, e che danno un rifeimento preciso al tempo o allo spazio. Ad esempio una mano distesa e aperta che oscilla ripetutamente indica il concetto dell'approssimazione, del quasi, del più o meno, del così così. Stesso significato quando si inclina la testa ripetutamente a destra e a sinistra. Un gesto circolare della testa verso gli astanti sta a significare "noi" o "voi". Un dito rivolto verso l'alto è un segnale che indica qualcosa o qualcuno di superiore, che ci sta sopra.
  • Gesti sostitutivi la parola: sono quelli che già da soli vogliono dire qualcosa di ben specifico. Abitualmente essi hanno un significato a seconda della cultura. Ad esempio: pollice rivolto verso l'alto = "ok", "va bene" (stesso significato per l'occhiello formato da pollice e indice uniti, rivolto verso l'interlocutore), pugno chiuso con indice e mignolo che puntano verso l'alto = corna, mano distesa con palmo verso il basso che "scorre" sotto il mento da una parte all'altra del viso = morte, uccisione, pugno chiuso con dorso rivolto verso noi stessi e indice e medio che puntano verso l'alto = la "V" di vittoria, il famoso dito medio alzato = "và a quel paese". 
  • Gesti di accomagnamento: qualificano o sottolineano parti di un discorso per renderlo più chiaro. Ad esempio per sottolineare la determinazione e l'incisività di un'azione si può porre la mano a "lama di coltello" verso il basso.

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